Nei Cuori il Fuoco Riaccendi
Maggio è un periodo davvero denso di simboli e di significati. Oltre a portare con sè il simbolo della Rosa, centro quiescente d'incontro e conciliazione delle energie, questo mese straordinario ci porta una delle feste più simboliche dell'anno liturgico: la Pentecoste chiamata anche "Pasqua delle Rose" oppure, nei paesi di lingua anglosassone, Whitsun, "Sole Bianco" o White Sunday, domenica bianca.
Si tratta, per la tradizione cristiana, dell'episodio narrato dai Vangeli e associato ai significati dello Spirito Santo e della sua discesa sugli apostoli i quali ricevono ciò che per i mistici è il Consolamentum: uno stato che porta alla rigenerazione del corpo e dell'anima per opera dello spirito, sinonimo di comunione con il tutto, di consolazione totale e di completa trasfigurazione nel sacro. Questa immagine di discesa dall'alto dello Spirito e di trasfigurazione del corpo è presente in tutte le tradizioni religiose sotto diverse forme associate ai significati del Fuoco.
Protezioni, Possibilità, Sfide sotto il Cielo del 2010
"I pianeti sono l'evidenza delle leggi cosmiche, ci indicano i movimenti della danza del grande orologio celeste, essi sono perciò nostri maestri, dei e nostre guide.
Interagire con questa danza celeste significa avere desiderio di vivere senza timori e pregiudizi, avere desiderio di conoscere la propria posizione e la propria funzione, di partecipare infine per muoverci con scioltezza nella bellezza dell'armonia cosmica e amare senza confini."
AITHO
Il flusso vitale attraverso il Potere dei Quattro Elementi
Il Fuoco è l’elemento vitale per eccellenza, associato al nutrimento, all’assimilazione, al sangue, al desiderio e alla conoscenza che sono aspetti complementari nel cammino iniziatico.
Aitho è temine del greco antico che significa “bruciare, ardere, incenerire (…)” a sua volta proveniente dalla parola fenicia “attano” da cui deriva tra l’altro il nome del vulcano “Etna” conosciuto nell’età romana col nome di “Aetna”.
L’Etna venne poi designato sino a tempi recenti come “Mongibello” che sembra derivare da “Mulciber” (qui ignet mulcet) uno degli epiteti con cui veniva chiamato il dio Vulcano dai latini, cioè colui che addolcisce il Fuoco, riferito al potere del dio capace di placare la forza ignea distruttiva.Efesto o Vulcano era il dio del Fuoco e della metallurgia, fabbro degli dei. Nelle antiche culture mediterranee si credeva che il dio risiedesse proprio sotto l’Etna dove aveva la sua fucina.Nella fucina di Vulcano i Ciclopi tenevano un’officina dove producevano le saette e forgiavano le armi ignee usate da Zeus.
Anche il Tartaro, il mondo dei morti, degli antichi greci, viene situato sotto un vulcano spesso identificato con l’Etna.
La tradizione di considerare i vulcani come montagne sacre in cui risiedo gli dei è antichissima e risale ad ancestrali riti sciamanici in cui l’ascesa ad una montagna o la discesa negli inferi, simbologie entrambi presenti nell’immagine del vulcano, sono sinonimo del percorso di iniziazione che porta all’acquisizione dei poteri da parte dello Sciamano. La montagna è assimilabile all’asse che unisce i due mondi e la sua ascesa è trasmutazione attraverso il fuoco sacrificale che consuma, purifica e rigenera separando lo spesso dal sottile opera il passaggio dal profano al sacro.
Sin dall’antichità il Fuoco è sacro agente di trasmutazione e rigenerazione, essenza stessa del movimento della vita che si opera attraverso il triplice ritmo nacita-morte-trasformazione/resurrezione.
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